Daniele Lorenzo Fumagalli nasce a Milano nel luglio 1957. Dopo pochi giorni si trasferisce in Brianza. Attualmente risiede a Barzago. La sua esperienza artistica cresce attraverso diverse attività, tangibili e non, seguendo con interesse e varie sperimentazioni, l'evoluzione e il progresso della tecnologia in diversi campi. Trasforma il colore in gas e lo pone sulla tela. Poi si entusiasma per le proiezioni e si diverte a proiettare luce, film e colori. Attualmente ha pensato che deve combattere il virus che sta circolando e si è messo a costruire un piccolo centro culturale. Sa di non avere speranze di riuscita nel suo progetto, ma continua comunque. Ha sempre con sé, come talismano protettivo, la maschera di saggezza. Per FUOCOfuochino pubblica Le magiostre (2021).

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Marino Santinelli, 1961, vivente, nato a Montalto di Castro (VT) nel bel mezzo della Maremma tosco-laziale. Tra i suoi libri una raccolta di racconti, Cani Randagi (L’autore Libri Firenze), di poesie, La parte chiara dell’ombra (ExCogita editore) e La ribellione dell’hashtag (Babbomorto editore). Suoi racconti sono usciti sull’«Almanacco Quodlibet 2017», «Almanacco Quodlibet 2018» e «Almanacco Quodlibet 2019», tutti a cura di Ermanno Cavazzoni (Quodlibet Compagnia Extra). Un suo testo si trova nell’Almanacco “Tutti Dentro”, (Bertoni Editore 2020). Scrive su Nuova Tèchne, rivista di bizzarrie letterarie e non, diretta da Paolo Albani. Conserva: aforismi in tutte le salse, poesie di rabbia, romanzi brevi, testi di canzoni, di teatro e altro. Appassionato di libri e letteratura è ideatore e curatore della rassegna letteraria “CULTURAL-MENTE incontri tra le righe”. Nella notte tra il 9 e il 10 maggio 2004, alle ore 3,37, nell’agenda verde ha scritto il suo motto: «La perfezione è un difetto!». Per FUOCOfuochino pubblica Fantasmi (2021).

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Paola Cerutti è nata a Torino nel 1974. La sua frase preferita l'ha scritta Caproni: "Per quanto tu ragioni, c'è sempre un topo – un fiore – a scombinare la logica".

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Sariette, pseudonimo di Antonio Pescarzoli, amico di Zavattini, fu un importante collaboratore de "La Fiera letteraria” e firmava una storica e importantissima rubrica di bibliofilia.  Libraio antiquario è autore di  Cento libri piacevoli (1936) un famoso ed estroso libro in forma di catalogo. Nel 2021 FUOCOfuochino pubblica, in collaborazione con Cesare Zavattini, Il mortimetro.

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Chiara Biacchi (Viadana, 1982). Papà viadanese e mamma romagnola, considera Rimini la sua vera casa e ci fugge appena può per respirare le sue origini perdute. La passione per la scrittura, soprattutto introspettiva, la accompagna fin da bambina. Durante il percorso scolastico partecipa e vince alcuni concorsi letterari per bambini e ragazzi, tra cui il primo premio per la recensione de “I Cieli di Vetro” di Guido Conti. Si laurea in Scienze Politiche, ma siccome non aveva capito niente, è finita a lavorare per un’azienda di moda. Intanto continua a scrivere sul suo blog mumatwork.it della sua vita da mamma di Sveva e Emma.

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Marco Acerbi, dalla fine del 1957 (anno in cui è nato) ad oggi, non si registrano fatti degni di nota.  Ma dato che al momento è vivente, può sperare ancora.
Per FUOCOfuochino ha pubblicato Sulla luna (2020) e Oddo, Ada ed io (2021).

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Cesare Zavattini nasce a Luzzara, in provincia di Reggio Emilia, il 20 settembre 1902. Intellettuale poliedrico, Zavattini si caratterizza per la padronanza di diversi linguaggi (scrittura, cinema, poesia, fumetti, pittura, teatro) associata ad una spiccata attitudine al rinnovamento e alla sperimentazione nelle diverse forme espressive. Iniziata a Parma nel 1926 la carriera letteraria, nel 1931 pubblica il suo primo volume Parliamo tanto di me che riscuote un grande successo. Prosegue con I poveri sono matti (1937), Io sono il diavolo (1941), Totò il buono (1943) e, tra gli altri, Straparole (1967), Non libro più disco (1970), La Notte che ho dato uno schiaffo a Mussolini (1976), nonché i tre libri di cinema del 1979: Diario cinematografico, Neorealismo ecc. e Basta coi soggetti. Nel 1973 dà alle stampe il libro di poesie in dialetto, Stricarm' in d'na parola (Stringermi in una parola). In campo giornalistico, oltre a tante altre riviste, scrive su “Piccola”, “Novella”, “Secolo illustrato”, “Cinema illustrazione” e, dal 1937, collabora al “Marc' Aurelio”. Nel '37 assume la direzione del quindicinale “Le grandi firme” per trasformarlo con successo in un settimanale moderno e spregiudicato. Con Vittorio De Sica instaura un fecondo sodalizio professionale che porta sugli schermi capolavori del neorealismo cinematografico come Sciuscià (1946), Ladri di biciclette (1948), Miracolo a Milano (1951) e Umberto D. (1952). L'avventura cinematografica di Zavattini si chiude nel 1982 con La veritàaaa. Tra i molteplici riconoscimenti conseguiti, oltre ai due premi Oscar nel 1947 e nel 1949, si segnalano nel 1955 il Premio mondiale per la Pace e nel 1977 il “Writers Guild of America Medaillon”, premio dell'Associazione Scrittori di cinema americani, un'onorificenza concessa in precedenza solo a Charlie Chaplin. Cesare Zavattini muore a Roma il 13 ottobre 1989. È sepolto nella sua Luzzara. Nel 2021 FUOCOfuochino pubblica, in collaborazione con Sariette, Il mortimetro.

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