Giuseppe Pontiggia (Como, 1934 – Milano, 2003). Collabora fin dall’inizio (1956-1957) con la rivista d'avanguardia Il Verri, diretta da Luciano Anceschi. Nel 1959 si laurea all'Università Cattolica del Sacro Cuore con una tesi sulla tecnica narrativa di Italo Svevo. Lo stesso anno pubblica il suo primo romanzo autobiografico La morte in banca, per il quale aveva avuto un incoraggiamento decisivo da Elio Vittorini. Nel 1961 lascia l'impiego in banca e si dedica all'insegnamento serale. Nel 1963 sposa Lucia Magnocavallo, e sei anni dopo nasce il figlio Andrea. Nel frattempo è consulente di alcune case editrici: Adelphi per la quale pubblica nel 1968 L'arte della fuga; e la Arnoldo Mondadori Editore con la quale collaborerà attivamente, anche curando insieme con Marco Forti l'Almanacco dello Specchio fin dal primo numero del 1972. Ampliando la sua attività di saggista e di critico, nel 1978 pubblica con Mondadori il romanzo Il Giocatore invisibile; nel 1983 il romanzo Il raggio d’ombra, il cui filo conduttore sarà il tradimento di un infiltrato in un gruppo clandestino comunista; e raccolte critiche dalla scrittura limpida e di forte tensione stilistica: Il giardino delle Esperidi (1984), a cui fanno seguito il volumetto satirico Le sabbie immobili (1991), L'isola volante (1996) e I contemporanei del futuro: viaggio nei classici (1998), una delle riflessioni più profonde del secolo su chi sono i classici e perché, e sul rapporto che è possibile intrattenere con loro. Nella narrativa coglie brillanti successi di critica come di pubblico, vincendo tra l'altro il Premio Strega nel 1989 con La grande sera, il Super Flaiano nel 1994 con Vite di uomini non illustri (1993); il Premio Chiara alla carriera nel 1997; infine il Premio Campiello, il Premio Società dei Lettori e Pen Club nel 2001 con Nati due volte (2000), romanzo da cui è stato tratto il film di Gianni Amelio Le chiavi di casa. Oltre a questo, da Il giocatore invisibile, Sergio Genni aveva tratto il film omonimo (1985) per la televisione della Svizzera italiana; e da Vite di uomini non illustri Mario Monicelli il film Facciamo paradiso. Nel 1989 il musicista Marco Tutino aveva composto Due arie per soprano e pianoforte su suoi testi. Le opere di Pontiggia, in particolare Vite di uomini non illustri e Nati due volte, hanno grande successo internazionale e sono tradotte in tutto il mondo. Muore a Milano il 27 giugno 2003.

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