>>Alla fine nacqui il cinque maggio millenovecentoquaranta. Fu una data non senza conseguenze perché iniziò da lì una seccante litania parentale e amicale per cui ad ogni successo o catastrofe si alzavano voci del tipo “5 maggio, eh” oppure “Ei fu…”. Come se le sorti dipendessero da Napoleone. Il peggior voto del mio non breve curriculum scolastico lo ottenni, manco a dirlo, per un commento all’ode manzoniana. Mi sta bene. […] Poi passai all’astronomia e successivamente alla fantascienza. Sono state davvero tappe verso la fuga nell’avventura. […] Nei primi anni ’70, la strada era quella di Scheiwiller, uscì per il Laboratorio delle Arti un mio Alfabeto, scrittura sperimentale che tocco nell’80 il feltrinelliano Viaggio al termine della parola e nell’84 le Per Versioni di Spirali. […] Verso gli anni 90 il mio modo di poetare ebbe una svolta. Virò, come si diceva allora, verso il significato e il senso. […] In quel tempo (l’incipit è evangelico) uscivano a ruota alcuni miei testi quali Il sereno untore, Visitazioni, La casa del custode. […] Ho avuto la fortuna di originare Piccoli dei con Giuliano Della Casa, Quattro canti con Giosetta Fioroni e Cesare Viviani, La bontà animale con Pietro Lenzini. […] Da poco la Provincia di Mantova mi ha dedicato Le copie della luna, che raccoglie una scelta poetica dalle prime alle ultime mie composizioni. Oggi ho intrapreso altre battaglie, di diverso genere. Il tempo e l’occhio alla poesia però, lo pensavo a Bogliasco quando la Fondazione ligure mi invitò un mese a scrivere Arnia, non mancheranno mai. In fondo, che ho da fare? Sono un poeta tranquillo». Era il 2007. Poi Il modello del mondo (Milano, 2008, Premio “Mario Luzi”). Dopo la sua morte, nel 2009: Poesie 1973-2006 (Novi Ligure, 2009); Bordertime (Rovigo, 2010)

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